Reddito di cittadinanza
Definizione:
Il reddito di cittadinanza è un reddito di base universale pagato a tutti, senza alcun obbligo di attività, per una somma sufficiente a esistere e a partecipare alla vita della società. Questo reddito è:
Inalienabile e incondizionato (al contrario dell’indennità di disoccupazione, condizionata alla ricerca di un lavoro);
Corrisposto alle persone fisiche e non alla famiglia, così da promuovere l’autonomia dell’elemento più debole della famiglia, anziché il benessere della famiglia intesa come entità indivisibile.
E’ distribuita a tutti i cittadini a titolo di compartecipazione agli utili sociali prodotti dall’attività economica della comunità, sfruttando le risorse naturali del territorio. Questo diritto di proprietà è riconosciuto dalla nascita.
Troppo bello? Irrealizzabile? La cosa che non ci dicono è che tutto questo vale in 24 dei 27 paesi Europei. Non vale solo in Italia, in Grecia e in Ungheria. Qualche esempio:
Belgio: esiste il “Reddito d’integrazione”, un aiuto finanziario sociale soggetto a diverse condizioni, fra cui la disponibilità a lavorare, tranne quando sorge l’impossibilità per motivi di salute.
Lussemburgo: il Revenue Minimum Guaranti ed è un riconoscimento individuale garantito “fino al raggiungimento di una migliore condizione personale”.
Austria: c’è la Sozialhilfe, un reddito minimo garantito che viene aggiunto al sostegno per il cibo, il riscaldamento, l’elettricità e l’affitto per la casa.
Scandinavia: c’è lo Stønad til livsopphold, letteralmente reddito di esistenza, erogato a titolo individuale a chiunque senza condizione di età.
Olanda: ce ne sono due tipi. Il primo è il Beinstand, un diritto individuale e si accompagna al sostegno all’affitto, ai trasporti per gli studenti, all’accesso alla cultura. Il secondo è il Wik, un reddito destinato agli artisti per “permettere loro di avere tempo di fare arte”.
Germania: c’ è lo Arbeitslosengeld II al quale si aggiungono le coperture statali dei costi di affitto e di riscaldamento. Tutto questo per garantire una dignitosa dimora a qualunque cittadino.
Gran Bretagna: c’è lo Income Based Jobseeker’s Allowance, una rendita individuale illimitata nel tempo, rilasciata a titolo individuale a partire dai 18 anni di età a tutti coloro i cui risparmi non siano sufficienti per un dignitoso tenore di vita. Viene inoltre garantita la copertura dell’affitto (Housing benefit). In Inghilterra ci sono anche gli assegni familiari per il mantenimento dei figli che a loro volta hanno un sussidio rilasciato per coprire le spese dei loro studi (la Education Maintenance Allowance). Infine vi è l’Income Support, un sussidio di durata illimitata, garantito a chi ha un lavoro che ammonta a meno di 16 ore settimanali.
in Francia vi è il Revenu de solidarité active (RSA)
Ma il fatto che nessuno ci dica che solo noi non abbiamo un reddito di cittadinanza non è l’unica anomalia. Qui tutti si riempiono la bocca con l’Europa, ci propinano le più grandi porcate con la scusa del “ce lo chiede l’Europa” e poi nessuno ci dice che è dal 1992 che l’Europa raccomanda all’Italia di adottare il reddito di cittadinanza?
raccomandazione 92/441 CEE pubblicato anche sulla Gazzetta ufficiale:
Le persone escluse dal mercato del lavoro, o perché non hanno potuto accedervi o perché non hanno potuto reinserirvisi, e che sono prive di mezzi di sostentamento devono poter beneficiare di prestazioni e di risorse sufficienti adeguate alla loro situazione personale.
il Parlamento europeo, nella sua risoluzione concernente la lotta contro la povertà nella Comunità europea, ha auspicato l’introduzione in tutti gli Stati membri di un reddito minimo garantito, inteso quale fattore d’inserimento nella società dei cittadini più poveri;
il Comitato economico e sociale, nel suo parere del 12 luglio 1989 in merito alla povertà (6), ha anch’esso raccomandato l’introduzione di un minimo sociale, concepito ad un tempo come rete di sicurezza per i poveri e strumento del loro reinserimento sociale
L’Europa raccomanda a tutti gli stati membri:
di riconoscere, nell’ambito d’un dispositivo globale e coerente di lotta all’emarginazione sociale, il diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana e di adeguare di conseguenza, se e per quanto occorra, i propri sistemi di protezione sociale ai principi e agli orientamenti esposti in appresso.
al reddito minimo garantito si può avere accesso
senza limiti di durata, purché il titolare resti in possesso dei requisiti prescritti e nell’intesa che, in concreto, il diritto può essere previsto per periodi limitati, ma rinnovabili
(
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/...2H0441:IT:HTML)
Una rete dei sussidi di questo tipo permette di cambiare lavoro con tranquillità. È questa la vera “flessibilità”, non la precarietà che ci hanno regalato. I giovani potrebbero finalmente essere liberi di cercare la loro strada. Il reddito minimo garantito ridurrebbe il lavoro nero e le raccomandazioni e potrebbe davvero cambiare radicalmente il mondo del lavoro. Ma conviene a qualcuno? Forse solo ai cittadini, sarà per questo che lo trovate ai primi posti della nostra Agenda?
Ci vediamo in Parlamento, sarà un piacere
Riportato da
http://www.movimento5stellepescara.it/archives/3162